Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per via.
Si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme:
"Non ci assomigliamo per niente. Com’è, allora, che l’uomo ci confonde
così facilmente?"
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso:
"La colpa, o il merito, è nostro".
"Chi siete?", domandarono il sogno e la realtà.
"Siamo il dolore e il piacere. Avete mai visto un uomo che concepisca
un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di un
qualche piacere?"
"Mai", assentirono il sogno e la realtà.
"Ed io", intervenne a questo punto una voce squillante, "non sono
forse la molla che sostiene ogni sogno?"
Tutti chiesero chi parlasse così.
"Sono la speranza", rispose la voce
A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa:
"Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a
trasformare un sogno in realtà".
A meno che non intervenga io", interloquì un’altra voce ancora,
"trasformando il sogno e modificando la realtà".
Il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio
riconobbero subito quella parlata in falsetto: era l’illusione.
..............
"Che stolti", mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire nella diatriba.
"Non sanno che, per merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno".
Non pronunciò forte queste parole perché, pur essendo la Verità,
nessuno le avrebbe creduto..."
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